Mediometraggio del regista rumeno Cristian Nemescu girato nel 2006. Poche settimane dopo la fine delle riprese il giovane autore (classe'79) rimase drammaticamente ucciso in un incidente d'auto.
Bastano 45 minuti a Nemescu per raccontare con grande efficacia il degrado della periferia di Bucarest e le difficoltà quotidiane dei suoi abitanti. Il film narra i timori e l'incoscienza, tipici della prima adolescenza, del tredicenne Andrei e la sua infatuazione per la prostituta Marilena, fragile personaggio quasi pasoliniano alla disperata ricerca di un contatto umano e sincero che le è sempre stato negato. Il regista è abile nel conferire al quartiere dove si svolge la vicenda una dignità da protagonista vero e proprio, che vive e soffre la mancanza di prospettiva esattamente come chi vi abita. Lo stile documentaristico con macchina a mano e l'utilizzo di location rigorosamente reali aumentano nello spettatore la percezione di quell'angoscia silenziosa su cui si regge il film. Il gesto eclatante compiuto da Andrei per conquistare la ragazza, gesto di ribellione e di speranza per un futuro che non sia già scritto, paradossalmente non fa altro che certificare la disperazione senza via d'uscita cui sono costretti gli abitanti che popolano quei quartieri difficili.
Un film intenso e crudo che rappresenta la vitalità del cinema d'autore rumeno di questi anni.
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